Un film di Dziga Vertov.
Dziga Vertov parte dal rifiuto radicale del cinema di finzione. Niente attori, niente storie, un cine-linguaggio della realtà. In L’uomo con la macchina da presa il vero protagonista è il cineasta-operatore, titano che sbuca da un aereo in volo o da un bicchiere di birra. Vertov con la sua cinepresa sintetizza una giornata a Mosca, crea la sua geografia, la sua città e canta il suo “inno all’uomo elettrico” che verrà. Morirà nel 1954 ma scompare dalla scena con gli anni Trenta e Stalin. Eppure la sua lezione continua carsicamente a riemergere dal cinema verità al cinema militante degli anni Sessanta fino ad arrivare paradossalmente a influenzare il videoclip e le immagini pensate per internet.