Regia:Alessio Cremonini. Sceneggiatura: Alessio Cremonini, LIsa Nur Sultan, Matteo Cocco. Montaggio: Chiara Vullo, Nazzareno Neri, Vladimir Vasiljevic, Mokadelic. Interpreti:Alessandro Borghi, Jasmine Trinca, Max Tortora, Milvia Marigliano. Produzione: Cinemaundici, Lucky Red. Origine: Italia 2018. Durata: 100′.
Quando Stefano Cucchi muore nelle prime ore del 22 ottobre 2009, è il decesso in carcere numero 148. Al 31 dicembre dello stesso anno, la cifra raggiungerà l’incredibile quota di 176: in due mesi trenta morti in più. Nei sette giorni che vanno dall’arresto alla morte, Stefano Cucchi viene a contatto con 140 persone fra carabinieri, giudici, agenti di polizia penitenziaria, medici, infermieri e in pochi, pochissimi, hanno intuito il dramma che stava vivendo. È la potenza di queste cifre, il totale dei morti in carcere e quello del personale incontrato da Stefano durante la detenzione che hanno spinto il regista del film, Alessio Cremonini, a raccontare la sua storia: sono numeri che fanno impressione, perché quei numeri sono persone. Come dichiarato dallo stesso regista, Sulla mia pelle nasce dal desiderio di strappare Stefano alla drammatica fissità delle terribili foto che tutti noi conosciamo, quelle che lo ritraggono morto sul lettino autoptico, e ridargli vita.
Straordinario nella fotografia di Matteo Cocco e Michele D’Attanasio, sublimato da un montaggio di Chiara Vullo sempre puntuale, Sulla Mia Pelle si posizione a metà tra il film ed il flm-documentario, in uno status volutamente ibrido e scarno nel suo terrificante realismo e naturalismo. E questa scelta di Cremonini appare quanto mai azzeccata e condivisibile, lontana dal patetismo, dall’esagerazione o dalla retorica che spesso hanno intrappolato nel passato operazioni simili, condannate da un gemellaggio all’italico melodramma che le privava della genuinità e dell’efficacia nel parlarci dei dramma umani che ci circondano. Possente nella capacità di suscitare emozioni nello spettatore, impietoso con la ributtante inadeguatezza, il lassismo, l’omertà e la mancanza di pietas umana delle istituzioni italiane, vive della straordinaria prova d’attore di un Alessandro Borghi quasi irriconoscibile, calato in modo perfetto nei panni di questo piccolo ed malnutrito ragazzo distrutto dalla droga e dalle botte. Cupo, triste, malinconico, debole nel fisico, testardo nel seguire le leggi non scritte di un carcere che lo divora e lo spezza, il suo Stefano Cucchi non è mai né buono né cattivo, è semplicemente un essere umano. E questo, per un attore, è un traguardo tanto ambito quanto difficile da raggiungere.
(Cinematographe)
Alessio Cremonini è uno sceneggiatore e regista cinematografico italiano. Esordisce insieme a Ettore Scola e ad altri registi italiani, come Gillo Pontecorvo e Mario Monicelli, partecipando al film a episodi “I corti italiani” (1997), presentato alla Mostra del cinema di Venezia. Lavora come assistente alla regia di Ettore Scola nel film “La cena” (1998). Nel 2000, Cremonini scrive la sceneggiatura del film “Voci”, tratto dall’omonimo romanzo di Dacia Maraini. Dopo alcuni lavori per la televisione, Cremonini torna al cinema con “Border” (2013), da lui diretto e co-prodotto. Nel 2018, partecipa al festival di Venezia con “Sulla mia pelle”, presentato nella sezione Orizzonti della Mostra.