Space Oddity. Spazi e corpi al tempo del distanziamento sociale
A cura di Irene Calderoni
Fino al 13 giugno
“Space Oddity” è una mostra, una collezione, una storia, un album di immagini e di parole. È una foto ideale di artiste e artisti passati in Fondazione in questi anni. Al tempo del distanziamento sociale, dei lockdown mirati e delle Zone, è concepita come una palestra, un contesto per sperimentare nuovi movimenti, pensieri e relazioni di prossimità con gli altri corpi e con gli oggetti. È un allenamento guidato da 34 opere: un’esercitazione sullo spazio, all’incrocio tra chiuso e aperto, mentale, fisico, virtuale. Affettivo e ostile. Personale e politico. Sono le artiste e gli artisti a suggerire i passi, le evoluzioni, le pause.
Artiste e artisti:
Micol Assael, Tauba Auerbach, Janis Avotins, Julie Becker, Angela Bulloch, Ludovica Carbotta, James Casebere, Harun Farocki, Fischli&Weiss, Giuseppe Gabellone, Douglas Gordon, Alicja Kwade, Sharon Lockhart, Mark Manders, Babette Mangolte, Esko Mannikko, Paul McCarthy, Kelley Nipper, Diego Perrone, Paul Pfeiffer, Charles Ray, Thomas Ruff, Hans Schabus, Markus Schinwald, Gregor Schneider, Robert Smithson, Avery Singer, Song Tao, Hiroshi Sugimoto, Lynette Yiadom-Boakye, Clemens Von Wedemeyer, Pae White
Maggiori informazioni
Nuovi orari: da venerdì a domenica dalle 12 alle 19
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