Buongiorno Lunatici, e ben ritrovati!

Che periodo ci è toccato vivere! non siete d’accordo? La nostra piccola Nazione scossa dagli eventi che inevitabilmente accadono.

Bene. Sì, non corriamo troppo, siamo manifesti e non criptici! Ora andiamo a spiegare per bene ciò che intendiamo coi nostri lanci di battute alla lìperlì.

Questi giorni ci hanno messi alla prova. O meglio. Qui così si son percepiti. Perché sono accadute cose che… ci hanno mosso in maniera contraddittoria. Ed è stato inevitabile, ancora una volta, riflettere sulla dicotomia che alberga in ognuno di noi, soprattutto se “appartiene” ad un contesto più grande. Che parta dalla famiglia, si allarghi a parenti e amici, spazi nel campo delle conoscenze (fortuite o di lavoro). Abbia a che vedere con una nazione intera che lo ospita o si allarghi al continente, o, perché no, al mondo intero. La cosa che ci ha fatto riflettere sono stati due eventi: di uguale portata, a livello nazionale, ma di effetto diametralmente opposto per quanto riguarda percezione e reazione di fronte allo stesso.

Ma non andiamo per le lunghe. Lunedì e martedì i giorni interessati. Lunedì arriva la Notizia: la Raffa nazionale non è più tra noi. Sorpresa, sgomento, tristezza, disorientemento, sincero cordoglio. Ma poi, ve’… la Nazionale si disputa gli europei con la Spagna. Vuoi che non siamo tutti lì, un po’ alla gogna, in questo gioco dolceamaro di aspettative ed ansia? Ebbene: l’Italia vince, tutti tiriamo un bel sospiro di sollievo e scendiamo a festeggiare in piazza, facendo un discreto bordello.

Ecco. Però. La Raffa nazionale, cazzo, che peccato. Però la Nazionale che arriva in finale all’Europeo. Che figata! Quindi che fare? Gioire? Intristire? Tentare l’un po’ e un po’?

No. Semplicemente rendiamoci conto di quanto siamo umani, tesi alla fine, alla conclusione dei nostri giorni. Proprio per la materia corruttibile che ci compone possiamo gioire della vittoria della Nazionale e piangere tutte le lacrime per la Nostra meravigliosa Bionda che ci ha lasciati. Non cadendo in contraddizione: è l’esistenza che percorriamo. Che è fatta di vita: e tanta e pulsante. Ma anche di morte. Siamo parte di un tutto. E quando eventi ravvicinati ce lo fanno balzare con tanta evidenza, non possiamo far altro che rendercene conto. Con un grande inchino: in fondo qui siamo tutti Ospiti! Buona Vita, Lunatici!

 

PROSSIMAMENTE SULLA LUNA’S (o nei dintorni)…

Giorgio Olmoti racconta i racconti di Quiroga per Persi in un buon libro

Giovedì 8 luglio h 21

In questa minirassegna estiva torniamo con un nostro cavallo di battaglia, complice l’esimio Giorgio Olmoti: Persi in un buon libro. Giovedì 8 luglio il grande Giorgio ci trasporterà nel mondo dei racconti di Horacio Quiroga.

AVVISI E REGOLAMENTO
Lunatici Cari, prenotatevi: i posti all’interno della Luna non possono essere molti! Messenger della nostra pagina FB, info@lunastorta.eu, 0116690577.
Ci sarà la possibilità di fare aperitivo, ma serviti al tavolo.
L’accesso ai locali, lo ricordiamo, è consentito solo con mascherina.
RICORDIAMO INOLTRE CHE L’APERITIVO è FACOLTATIVO, MA CI SARA’ UN CAPPELLO OBBLIGATORIO A PARTIRE DA 5 EURO.

Alessandra Racca “Ad alcuni piace la poesia”: Dialoghi. Poesie che si parlano, rime che si baciano, poeti che bisbigliano fra loro

Lunedì 12 luglio h 18:30 alla Casa del Quartiere di San Salvario

INCONTRIAMOCI A CASA

Alessandra Racca costruisce un dialogo ad alta voce fra i propri testi e quelli di altri poeti, giocando a intessere dialoghi fra testi, poetiche, suggestioni. Parole di altri, parole che hanno fatto il nostro mondo e che sono diventate parte di noi, del nostro lessico, della nostra esperienza.

Ingresso libero fino a esaurimento posti

E… STATE IN CASA! il programma di luglio 2021

Un romanzo che racconta solitudini ricercate per poi riscoprire il valore dei rapporti umani, una saga familiare in terra d’Africa e un romanzo sul tempo, sul passato, sulla perdita di memoria le tre letture che vi proponiamo questa settimana.

Jocelyne Saucier
PIOVEVANO UCCELLI
(Iperborea – Trad. di Luciana Cisbani, € 16,50)

Tre ottantenni che amano la libertà hanno scelto di vivere gli ultimi anni a modo loro, quasi senza contatti con la società, ciascuno nella propria capanna di legno nel folto della foresta canadese dell’Ontario settentrionale: Charlie, che ha rifiutato un destino di cure ospedaliere, Tom, che ha voltato le spalle a una vita dissoluta tra alcolismo e assistenti sociali, e Boychuck, taciturno e dall’oscuro passato. Unico contatto con il mondo esterno sono due personaggi ai margini della società: Steve, gestore di un albergo fantasma nella foresta, e Bruno, intraprendente coltivatore di marijuana. La visita di una fotografa sulle tracce degli ultimi sopravvissuti ai Grandi Incendi che hanno devastato la regione quasi un secolo prima sembra solo una breve parentesi nel loro isolamento, ma quando un’altra donna, fuggita dall’ospedale psichiatrico, arriva in quell’angolo sperduto del mondo, niente sarà più come prima: con l’aiuto dei suoi nuovi amici, l’anziana Marie-Desneige, un essere etereo e delicato che custodisce il segreto di amori impossibili, riuscirà a riprendere in mano la sua vita e a cambiare per sempre le regole di quella piccola e insolita compagnia. Il cauto, rigoroso rispetto degli spazi di ciascuno lascia il posto a un nuovo senso di comunità, a una condivisione delle emozioni e degli affetti che solo chi ha a lungo vissuto e sofferto può esprimere nella loro pienezza. Sullo sfondo silenzioso dei grandi spazi del Nord canadese, tra drammi del passato e nuove tenerezze del presente, Piovevano uccelli costruisce una storia luminosa di dignità e sopravvivenza, innalzando un inno alla libertà, fosse anche quella di ritirarsi dal mondo e scegliersi un’altra vita o quella di morire.

Namwali Serpell
CAPELLI, LACRIME E ZANZARE
(Fazi – Trad. di Enrica Budetta, € 18,50)

Una coloratissima saga familiare intrisa di atmosfere che ricordano Cent’anni di solitudine e I figli della mezzanotte, dove tante piccole storie, una più bella dell’altra, si uniscono per dare vita alla grande storia della nascita di una nazione.

1904. Sulle rive del fiume Zambezi, a pochi chilometri dalle maestose Cascate Vittoria, c’è un insediamento coloniale. In una stanza fumosa dell’hotel dall’altra parte del fiume, un esploratore di nome Percy M. Clark, annebbiato dalla febbre, commette un errore che fa sì che il destino di un albergatore italiano si intrecci con quello di un garzone locale. A partire da questo momento si innesca un ciclo di eventi che travolge tre famiglie dello Zambia (una nera, una bianca, una mista) i cui membri si scontrano e s’incontrano nel corso del secolo, nel presente e oltre. Con il susseguirsi delle generazioni, le vicende di queste famiglie, i loro trionfi, i loro errori, le perdite e le speranze, emergono sullo sfondo di un panorama di fiaba, romanticismo e fantascienza. Questo avvincente e indimenticabile romanzo – in cui compaiono una donna completamente ricoperta di peli e un’altra afflitta da una cascata infinita di lacrime, storie d’amore proibite e ardenti battaglie politiche, meraviglie tecnologiche nostrane come afronauti, microdroni e vaccini virali – è una testimonianza del nostro desiderio di creare e attraversare i confini e una meditazione sul lento e grandioso passare del tempo. Definito «il grande romanzo africano del ventunesimo secolo», Capelli, lacrime e zanzare è lo strabiliante esordio di Namwali Serpell.

Georgi Gospodinov
CRONORIFUGIO
(Voland – Trad. di Giuseppe Dell’Agata, € 19)

Gaustìn, un bizzarro personaggio che vaga nel tempo, inaugura a Zurigo una “clinica del passato” dove accoglie quanti hanno perso la memoria per aiutarli a riappropriarsi dei loro ricordi. Ogni piano dell’edificio riproduce nei dettagli un decennio del secolo scorso, e la prospettiva di un confortevole rifugio dal presente finisce per allettare anche chi è perfettamente sano. In Europa intanto viene indetto il primo referendum sul passato e la campagna elettorale si fa ben presto movimentata… Il nuovo, attesissimo romanzo di Georgi Gospodinov ci porta a Zurigo, Sofia, Vienna, Sarajevo, Brooklyn, e in altri luoghi e tempi, e ci mette di fronte a tutta l’incertezza del futuro, mescolando satira e nostalgia, storia e ironia, in un irresistibile viaggio nello sconfinato continente di ieri.

Il Nostro Orario
Bianco che più bianco non si può

da MAR a DOM continuato: 12-21:30

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