Regia di Antonia Kilian.

Per evitare un matrimonio forzato, la diciannovenne curda Hala scappa dalla famiglia filo-Isis e si arruola nell’Unità di Protezione delle Donne, la brigata femminile della milizia di Unità di Protezione Popolare. Impara a combattere spinta dall’ambizione di liberare altre donne. Quando l’esercito curdo libera la sua città natale, Hala può finalmente realizzare il suo sogno di proteggere altre donne indifese e vorrebbe liberare la sorella minore dalla tirannia del padre. Una illuminante riflessione su cosa significa essere una femminista e un’outsider in un contesto in cui il concetto di “femminismo militante” può essere interpretato in senso quasi letterale.