Docente: Giampiero Frasca
Data di inzio: venerdì 24 febbraio 2017
Orario: dalle 19,00 ore 21,00 – 5 incontri da 2 ore
Costo: 55,00€
Si pensa comunemente che la tensione agisca soltanto in alcuni determinati generi, spesso di argomento criminale, come il thriller, il giallo a enigma o la spy story. In realtà si tratta di un procedimento narrativo trasversale che riguarda tutte le tipologie di narrazione, perché si colloca concettualmente a metà strada tra l’effetto emotivo e l’inevitabile incertezza di una storia. La sua presenza è uno dei fondamenti del sistema narrativo e si lega strettamente a principi come l’articolazione del tempo e la gestione del sapere dello spettatore. La tensione gioca esplicitamente sulla volontà di vedere felicemente risolta una situazione particolarmente sfavorevole ed è la pratica con cui registi e sceneggiatori incatenano il pubblico alla storia narrata, coinvolgendolo in una, talvolta morbosa, identificazione con i protagonisti.La tensionerappresenta il motore stesso dell’interesse e ne sorregge lo sviluppo lungo il tempo di svolgimento della vicenda.
Esplorando l’ansia generalizzata che il film intende suscitare e indagando le strategie adottate dal racconto, il corso illustra le teorie esistenti sull’argomento, analizza i meccanismi di generazione della tensione e mostra, con esempi tratti da film celebri, le varie procedure formali attraverso cui la suspense diventa l’autentico principio espressivo e drammatico del film. Spesso di ogni film.
Per chiunque intenda conoscere a fondo i criteri, i codici, le convenzioni e le strutture della narrazione.
1. L’ambiente e il clima. Come agisce la tensione del racconto e quali sfere d’attenzione e interesse attiva nel pubblico. I procedimenti narrativi che si generano affinché la messa in scena si traduca in curiosità da parte dello spettatore.
2. L’architettura della tensione. Come i meccanismi della narrazione pongono precise domande e organizzano le risposte che le soddisfino. E in che modo il meccanismo di causa ed effetto agisce sulla struttura della narrazione.
3. La spirale del sapere. Come il sapere dello spettatore riempie di significato le attese predisposte dalla storia. Il concetto di focalizzazione, l’ironia drammatica, i set-up e i payoff, le pistole di Cechov e l’enorme varietà di esche.
4. I fondamenti del tempo. Come le dinamiche del tempo agiscono sulla creazione della tensione narrativa, in virtù di pratiche di anticipazione, disseminazione di ostacoli, strategie di rinvio, sospensioni del racconto, ellissi e soffocanti conti alla rovescia.
5. La questione stilistica. Come lo stile adottato veicola lo spettatore nei labirinti della tensione ricorrendo alle figure linguistiche proprie del cinema: il montaggio, i movimenti di macchina, le relazioni tra campo e fuoricampo, lo sguardo soggettivo.