Regia di Elia Kazan.
Interpreti: Rod Steiger, Lee J. Cobb, Karl Malden, Marlon Brando, Eva Marie Saint, Pat Henning.
Brando è un ex pugile che lavora nel sindacato portuale e non vuole accorgersi dei delitti che vengono compiuti. Quando gli uccidono il fratello finalmente capisce e con l’aiuto di un prete e della fidanzata si ribella. Il film è una delle opere più premiate dagli Oscar (i sette più importanti, anche Brando lo ebbe) e destò scalpore e disagio perché, descrivendo il sindacato come un’associazione a delinquere, in sostanza prendeva una posizione ambigua e impopolare. Ci fu una vera levata di scudi dell’intelligenza liberal, e se non riuscì il regista Kazan a trovare buoni argomenti, ci pensò Brando, con la sua interpretazione intensissima a far dimeticare tutto. L’attore, con le sue manifestazioni di dolore, angoscia, coi suoi silenzi e ammicamenti, ma con la caparbietà e la fede finale nell’idea giusta, persino con una velata proposta di eroismo, comunicò con tutti i giovani del mondo, che per cominciare si tagliarono i capelli appiattendoli sulla fronte. Alla Brando, appunto.