Quei piccoli attimi fuggenti

Buongiorno Lunatici, e ben ritrovati!

Ebbene sì, nonostante i cantieri, i nubifragi, l’estate che avanza noi
Lunatiche si è qui bel belle ad attendervi sulla Luna.

L’altro giorno abbiamo fatto una riflessione, e allora ve la riportiamo
proprio come ci è balzata in capo.

Si era in macchina per raggiungere un tal luogo quando,
inaspettatamente, è entrata dal finestrino una folata d’aria che sapeva
di pioggia. Quell’odore gravido di umidità, asfalto bagnato, atmosfera
sospesa. Ma quanto è magnifico? Pensateci a vostra volta: l’odore della
pioggia prima che cada. Ha in sè un carico di aspettative di cui poco
sappiamo e che rendono _quel momento lì _(e solo quello) un po’ magico.

Come gli attimi che precedono un esame. O quando mancano pochi giorni
alla partenza per un viaggio tanto atteso. O quando si contano i minuti
prima di incontrarsi con chi ci fa battere il cuore. O l’odore del
caffè che sale nella caffettiera. O la fragranza che ci aspetta
entrando in casa di amici che hanno cucinato per noi. O da bambini,
quando mancava poco all’arrivo di Babbo Natale. O l’adrenalina che corre
tra il pubblico quando sta per iniziare un concerto. O quando si
spengono le luci a teatro o al cinema. O i minuti che separano il suono
del citofono dall’arrivo dell’amico. O come quando si sta per scartare
un regalo. O come quando nella buca scopriamo una lettera mandata da una
persona cara…

Tutti quei momenti in cui ciò che deve non è ancora accaduto. In cui
tutto è ancora una promessa, un’aspettativa, una congettura, un senso
d’attesa. Ed è come se fossimo percorsi dall’elettricità, da un
fremito, un piccolo brividino dato dal non sapere, dall’anelito, da
tutto ciò che si cela in ciò che avverrà. Che poi quando tutte queste
cose sono arrivate a compimento non è questa gran sorpresa, magari
tutto si riduce a proporzioni molto più modeste, vero. Ma quanto è
magico quel breve spazio in cui tutto è ancora lì, a mezz’aria, e noi
possiamo figurarci di tutto e di più?

Fateci caso. E sorridetene. E conservate quegli attimi preziosi: sono la
scintilla di ciò che siamo, di ciò che più profondamente desideriamo.
E fanno un gran bene allo spirito!

 


INFORMAZIONI DI UNA CERTA IMPORTANZA: LUNA’S TORTA CHIUDERà DAL 9 AL 25 AGOSTO COMPRESI. NELLE SETTIMANE DI APERTURA DI AGOSTO NON SERVIREMO I PRANZI (se non su prenotazione, per almeno 8 coperti) E QUINDI IL NOSTRO ORARIO SARà DAL MARTEDì ALLA DOMENICA DALLE 15:30 ALLE 21:30. SAPEVATELO!!!

ALTRE NOTIZIE DI UN CERTO RILIEVO: SABATO 31 SAREMO CHIUSE CAUSA MATRIMONIO (UN’AMICA SI SPOSA E NON POSSIAMO MANCARE!) E QUINDI TERREMO CHIUSO ANCHE LA DOMENICA 1 AGOSTO.

Sarà che si stanno avvicinando le vacanze, ma … le nostre tre
proposte di questa settimana sono tutte, in qualche modo, di evasione, o
in luoghi _altri_. E allora vi invitiamo a leggere una sorta di romanzo
di formazione che si svolge all’interno di un’isola (prigione) dorata,
una guida turistico-letteraria che sarà il vostro _faro_ e una raccolta
di … (definirli racconti forse è riduttivo) esperienze di donne e
uomini che a vario livello e titolo vivono la montagna.

Ana Maria Matute
RICORDO DI UN’ISOLA
(Fazi – Trad. di Maria Nicola, € 17)

Ana María Matute, scrittrice di spicco del Novecento spagnolo, torna
nelle librerie italiane con uno dei tasselli fondamentali della sua
opera: uno straordinario, luminoso romanzo sulla perdita
dell’innocenza.
Espulsa dal convento dove studiava dopo aver dato un calcio alla priora,
abbandonata dal padre e orfana di madre, l’adolescente ribelle Matia
viene mandata a trascorrere i mesi estivi con la ricca nonna
sull’isola di Maiorca: un luogo al tempo stesso incantato e malvagio,
dove si scontrano odi antichi e passioni odierne mentre il sole brucia
attraverso le vetrate e il vento si lacera contro le agavi. Nella calda
e opprimente quiete di un’estate adolescenziale, Matia trama con il
cugino Borja tra lezioni di latino, sigarette rubate fumate di nascosto
e fughe clandestine con una piccola imbarcazione nelle cale più
recondite. Compagni di scorribande sono gli altri ragazzini dell’alta
borghesia costretti come loro alla reclusione sull’isola, ma anche i
giovani del posto, tra cui spicca Manuel, figlio maggiore di una
famiglia emarginata da tutto il paese per il quale Matia prova un
conturbante sentimento a cui non riesce a dare un nome. Il sordido mondo
degli adulti nasconde molte incognite: gli uomini scompaiono
misteriosamente, mentre le donne fumano alla finestra scrutando il mare
in attesa di un ritorno. È il 1936, la guerra civile appena scoppiata
sembra lontana ma quasi segretamente si sta combattendo anche
sull’isola, e l’eco del conflitto si fonde con quella
dell’Inquisizione e dei roghi di massa degli ebrei avvenuti nei secoli
precedenti. La vita insulare è solcata da linee dolorose e divisive, e
diventare grandi vuol dire anche scegliere da che parte stare.

Jazmina Barrera
QUADERNO DEI FARI
(La Nuova Frontiera – Trad. di Federica Niola, € 15)

“_Quando visito i fari, quando leggo o scrivo di fari, mi allontano da
me stessa. […] Mi allontano nello spazio e vado in luoghi remoti. Mi
allontano anche nel tempo, verso un passato che so di idealizzare, in
cui la solitudine era più semplice. Mi discosto anche dai gusti del mio
tempo perché oggi i fari sembrano figure romantiche e sublimi, due
parole passate di moda._”

In questo testo intelligente e curioso Jazmina Barrera intavola un
dialogo con le innumerevoli pagine che i grandi autori hanno dedicato ai
fari – da Omero a Walter Scott passando per Stevenson, Lawrence
Durrell e, naturalmente, Virginia Woolf – accompagnandoci in un
periplo che dalle coste del New England, e dai fari cari a Edward
Hopper, giunge fino alle scogliere della Cornovaglia passando per la
Francia e la Spagna: un viaggio personale e ricchissimo che si intreccia
a una riflessione profonda sui temi della scrittura, della letteratura e
del collezionismo. Scritto con l’entusiasmo del naturalista, Quaderno
dei fari è in parte un memoir e in parte un saggio letterario che
conduce il lettore in un affascinante volo sopra un mare in tempesta per
farlo atterrare in un luogo di pace: un’opera umana che custodisce la
luce e ci guida in modo disinteressato.

Franco Faggiani
GENTE DI MONTAGNA
(Mulatero, € 21)

Trentacinque racconti di persone che hanno scelto la montagna oppure che
hanno riscoperto le origini montanare per dare una svolta alla propria
vita.
«La montagna non è il paradiso, né quelli che ci abitano sono tutti
angeli, ma ecco, almeno è un po’ purgatorio ed è sempre meglio
dell’inferno in cui talvolta siamo abituati a vivere».

In elegante confezione cartonata con angoli stondati, fascetta
segnalibro e sopraccoperta che – volendo – si trasforma in poster.

Il Nostro Orario
Bianco che più bianco non si può

da MAR a DOM continuato: 12-21:30

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