MARTEDI’ 16 MAGGIO ALLE 20.00
presso
CINEMA FRATELLI MARX
Corso Belgio, 53, 10153 Torino TO

i protagonisti

HOPPER JACK PENN e ZOË BLEU SIDEL
Incontrano il Pubblico prima della proiezione del film
SIGNS OF LOVE
di Clarence Fuller

Frankie ha trent’anni, vive a Port Richmond, quartiere povero di Philadelphia, fa lo spacciatore e mantiene la sorella alcolizzata Patty e il nipote Sean, quindicenne che tratta come un fratello minore. Senza madre, affezionato al padre tossicomane che si sforza di incontrare una volta la settimana, Frankie sembra dare una svolta alla sua vita quando incontra Jane, studentessa muta e benestante. Nonostante l’ostacolo della comunicazione e della diversa estrazione sociale, i due trovano il modo di capirsi e amarsi, anche se la relazione non impedirà a Jane di seguire la propria strada e a Frankie di precipitare in una spirale di autodistruzione. La redenzione, quando arriverà, avrà un sapore diverso dall’amore.

La storia di una relazione senza futuro, raccontata con uno stile da produzione indie americana d’altri tempi, tra paesaggi urbani crudi e atmosfere malinconiche.

Il regista di Signs of Love, l’esordiente nel lungo Clarence Fuller, sembra non essersi accorto del tempo passato nell’ultimo decennio. Il suo film, immerso nella luce bassa e calda di una tipica periferia urbana americana filmata (è Philadelphia ma se fosse Los Angeles nulla cambierebbe), ha il tono melenso ed estetizzante di un prodotto da Sundance d’inizio decennio scorso, quando l’incontro di realismo sporco, indie rock e sguardo estatico sui personaggi ha dato vita, se non a un genere vero e proprio, a una tendenza, un mood, qualcosa tra l’umanesimo di Van Sant, lo sberleffo rabbioso di Korine e l’uso delle luci e dei movimenti di macchina di un Malick maldigerito.

In questo senso, il protagonista del film, Frankie, è il perfetto modello dell’eroe indie, insignificante criminale con l’aria fragile e abbattuta, ladro e spacciatore per necessità e tara familiare, che proprio alla famiglia – al padre tossico e alla sorella alcolizzata – deve il fatto che la sua vita è in un vicolo cieco. Un angelo caduto, insomma, che nel corso della vicenda prova a rialzarsi senza troppa convinzione, sollevandosi e poi ricadendo da altezze non così vertiginose… A interpretarlo, con un eccesso di attitudine e atteggiamento, è Hopper Penn, figlio di Sean, affiancato nella parte di Patty dalla sorella Dylan (già in vista in Una vita in fuga, proprio a fianco del padre) e in quella di Jean da Zoë Bleu Sidel, anche lei figlia d’arte (di Rosanna Arquette, presente in un piccolo ruolo) e ballerina prestata al cinema.

La convergenza di figure familiari fuori e dentro il set è forse l’unico aspetto interessante di Signs of Love, dal momento che il fallimento del sangue che impedisce a Frankie e Jane di vivere il loro amore (prima della barriera sociale, a dividerli sono il disastroso contesto familiare di lui e il diniego piccolo-borghese dei genitori di lei) è accentuato dai veri legami di parentela tra gli interpreti, senza contare che il nome del nipote del protagonista, figlio della sorella, è stranamente Sean…
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