A cura di Erica F. Battle
2 novembre 2018 – 3 febbraio 2019

Novembre 2018. Inaugura “Wil-o-Wisp”, mostra personale di Rachel Rose, prima assegnataria della Future Fields Commission in Time-Based Media. L’iniziativa è promossa dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e dal Philadelphia Museum of Art per sostenere la produzione di opere nel campo delle immagini in movimento, del suono e della performance.

Il termine inglese “wil-o-wisp” significa “fuochi fatui” e designa le fiammelle dai colori freddi che emergono dal terreno nella vicinanza di luoghi come brughiere, paludi e cimiteri. Il fenomeno è causato dalla combustione di metano e fosfano dovuta alla decomposizione di resti organici ed è tradizionalmente associato alla presenza di anime e spiriti e alla sfera della magia. La mostra è costituita da un’installazione ambientale: due strati di tessuto a rete perimetrano la stanza, dal pavimento al soffitto, creando nella loro sovrapposizione l’effetto di una distorsione visiva nota come effetto moiré, mentre al centro della sala un video monocanale è proiettato su uno schermo. Attraverso le immagini del video e una colonna sonora prodotta appositamente per l’opera, viene raccontata la storia della strega Elsphet Blake, nella cornice storica dell’Inghilterra rurale del XVI e XVII secolo e del processo delle enclosures, l’ondata sistemica di privatizzazione dei terreni comuni che causò lo scoppio di tumulti e violente sollevazioni nel mondo agrario. Elsphet è una guaritrice che per la sua pratica della magia viene denunciata e perseguitata dalle autorità locali, rappresentando il simbolo di una condizione molto comune per il tempo.

Nel corso degli ultimi mesi il corpo è tornato al centro dell’attenzione: prima il corpo di tutti gli individui, per la sua fragilità in relazione alla pandemia di Covid19, in seguito solo alcuni corpi, come quelli delle donne, dei soggetti afrodiscendenti e LGBTQIA, come terreno di abusi e violenze. La filosofa femminista marxista Silvia Federici ha dimostrato in diverse pubblicazioni come la caccia alle streghe del XV secolo abbia rappresentato un processo necessario per la costituzione del capitalismo e delle sue disparità. Come le recinzioni di quel periodo storico avevano prodotto una popolazione di contadini senza terra, allo stesso modo avevano attuato contro le donne un’ulteriore dinamica di chiusura e disciplinamento, nello specifico sui loro corpi. Riguardare oggi le immagini di “Wil-o-Wisp” permette di capire quanto il regime di marginalizzazione e disciplina di specifiche soggettività del sistema contemporaneo non sia assolutamente anacronistico, e quanto la pratica di recinzione abbia costituito le premesse per costruire la realtà odierna. D’altra parte, come sostiene sempre Federici, le politiche sull’immigrazione portate avanti da Stati Uniti e Unione Europea non sono altro che forme contemporanee di enclosures, muri che vengono eretti verso gruppi specifici di persone, comportando la privatizzazione di diritti collettivi.

Time Capsule

Una rilettura delle mostre di Fondazione

Time Capsule è un percorso nella storia espositiva della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo che, attraverso la rilettura di una selezione di mostre, si propone di approfondire tematiche, prospettive e questioni che gli artisti hanno affrontato nel passato recente, mettendo in luce la loro rilevanza in relazione agli effetti dell’odierna condizione di isolamento e distanziamento sociale. Ogni lunedì, con la newsletter e sui canali social, verrà raccontata una mostra, dischiusa come una capsula del tempo per permetterci di interpretare le sue narrazioni con la consapevolezza di oggi. L’intento non è quello di soffermarci sulla capacità degli artisti di predire eventi futuri, quanto di riflettere sull’attualità di ricerche e pratiche artistiche nel presentare strumenti critici utili alla comprensione del complesso scenario che stiamo vivendo.