Regia: Philippe Van Leeuw. Sceneggiatura: Philippe Van Leeuw. Montaggio: Gladys Joujou. Fotografia: Virginie Surdej. Suono: Paul Heymans. Musiche: Jean-Luc Fafchamps. Interpreti: Hiam Abbass, Diamand Abou Abboud, Juliette Navis. Produzione: Altitude 100 Productions, Liaison cinématographique, Minds Meet, Versus Production, Né à Beyrouth (LB). Origine: Belgio, Francia 2018. Durata: 85′.
Damasco assediata dalla guerra infinita è il soggetto di questo film ambientato tutto in un appartamento che la padrona di casa non vuole lasciare a nessun costo. Una tenda leggera che copre una vetrata è la cortina fragile che separa l’appartamento dai bombardamenti, due sbarre alla porta di ingresso fanno da barriera. Il film è strutturato per far vivere allo spettatore occidentale, così abituato ai film di guerra, ai notiziari televisivi, così invulnerabile nel consumare azioni belliche, un’esperienza non in prima linea, una vicenda di vita comune, nel ristretto perimetro di un luogo che dovrebbe essere inviolabile e sicuro. Il senso di placida sicurezza è violata. Virginie Surdej alla fotografia produce nell’appartamento una penombra, unica luce smorzata protettrice che dà conforto e normalità nel consueto percorso delle stanze utilizzato durante la giornata che poi si restringono sempre di più per contenere tutti quanti in un unico luogo come dentro a un rifugio. Damasco non si vede, si percepiscono soltanto i boati dei bombardamenti, i colpi dei cecchini, il silenzio minaccioso al di là di quelle leggere tende dai colori tenui che per anni avevano fatto da involucro sicuro alla pace domestica. Il film racconta non una vicenda, ma uno stato d’animo drammatico a cui partecipare di quanto avviene a soli pochi chilometri dalle nostre case, concentrato sulla forza delle donne che riescono a mantenere comunque unita la famiglia, eroiche nell’affrontare situazioni al limite. L’unico elemento realistico è forse il vecchio professore, unico compagno il fumo della sigaretta e i ricordi. Forse in quella casa non è rimasto più nessuno.
(Il Manifesto)
Philippe Van Leeuw è un regista e sceneggiatore belga. Inizia come direttore della fotografia in diversi documentari e spot pubblicitari. Passa quindi alla regia con The Day God Walked Away. Nel 2017 il suo film Insyriated viene presentato alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Tutti ne parlano, e partecipa al 67° Festival del Cinema di Berlino dove vince il premio del pubblico; vince inoltre tutti i 6 Magritte Awards per cui era nominato.